ENEIDI. UN APPRODO
a cura di nontantoprecisi con CREAZIONI COLLETTIVE e Passepartout Cooperativa
📅 SABATO 27 MAGGIO ’23
⏱ 20.00
📍L’ASILO – EX ASILO FILANGIERI
Via Giuseppe Maffei 4 – Napoli
con Alessia Fiorentini / Andrea Cefali / Andrea Ferraro / Anna Zaccaria / Bianca Cordeschi / Carmela Lavorato / Claudia Federico/ Emanuele Cau / Emiliano Marrocchi / Fabio Fusco / Fabio Lipparoni / Federica Formaggi / Gianluca Mastronardi / Gianmaria D’Alessandro / Gioia Rudilosso Consolo / Giovanna Fagiani / Luca Nisii / Luisa D’Elia / Marco Colella / Michele Noccelli / Paolo Capecchi /Stefano Scognamillo / Vincenzo Giorgi
regia Nino Pizza
costumi e oggetti nontantoprecisi e CREAZIONI COLLETTIVE
dramaturg Marcello Fagiani
segreteria di produzione Antonio Sinisi
produzione nontantoprecisi e Passepartout Cooperativa
SINOSSI
Eneidi è un viaggio che giunge all’Asilo-Ex Asilo Filangieri di Napoli con la terza tappa del suo progetto. È un approdo che può sintetizzarsi proprio attraverso la stessa definizione che il dizionario dà a questo termine: operazione, manovra di toccare la riva; in senso più metaforico, esito positivo di un’azione. Ma anche, come sostantivo puntiforme, località litoranea, anche di fortuna, che consenta di giungere a riva, dove si può approdare.
Il nostro è un approdo che apre lo spazio dell’incontro, dove la conoscenza reciproca si svolge attraverso le fasi di un racconto per immagini. L’azione, prettamente fisica, è aperta dal lavoro corporeo degli attori che, in un gioco di prospettive, dà alla scena forte visualità narrativa.
Il corpo, l’articolazione dello spazio, lo svolgersi dei tempi disegnano una drammaturgia fisica dove anche la parola è vissuta più nel gesto sonoro che nella sua lettera. Il lavoro comune del gruppo produce una tensione narrativa che, in continuo dialogo corporeo, sollecita lo spettatore non a cercare soluzioni di senso, quanto invece a costruire la propria visione in forma di condivisione e contributo al lavoro.
È un movimento di avvicinamento reciproco mai concluso, una ricerca continua di uno spazio comune mai definitivamente edificato, dove il quotidiano non è abitudine al noto, alla consuetudine, ma si svolge nel confronto continuo con l’ineffabile scorrere della vita.
È quasi una geografia umana in continua trasformazione, mai uguale a sé stessa, mai facilmente riconoscibile, che emerge dallo studio e sperimentazione continua delle dinamiche e dei processi della relazione.
Si intreccia una trama dove il tessuto è il corpo vivo di persone, donne e uomini in costante movimento, confusi nello sfumare continuo tra chi sta e chi arriva, tra chi va e chi rimane. Qui accoglienza e ospitalità si apparentano nel gesto del mostrarsi, del darsi a vedere. Si sta sulla riva, sul margine, come su una soglia comune dove si confondono reciprocamente il luogo e le forme dello scambio, del dare e del prendere, del donare e del ricevere, dove non è più identificabile chi è di qua e chi di là, chi dà e chi prende.
Che si giunga in fuga da luoghi di disperazione o di violenza, per scambiare conoscenza, per costruire un cambiamento o soltanto per provare sé stessi, è sempre il movimento che muove, che anima e ci vive, che spinge e guida i corpi verso una comune condizione di profugo divino.
Questa è la scena, un approdo, questa terra comune che sorge appena il piede poggia, i volti si mostrano, le mani si tendono. È questo stare accanto e di fronte per avere sempre una nuova possibilità, per fabbricare futuro.
INGRESSO A SOTTORSCRIZIONE LIBERA